OBIETTIVI PSICOTERAPEUTICI

L’obiettivo della psicoterapia è la trasformazione di Sé, ossia il cambiamento dei modi di fare esperienza, e non soltanto la modificazione dei modi di raccontarsi l’esperienza stessa. Il cambiamento dei modi esperienziali accade nel momento in cui il paziente, attraverso il racconto di sé in terapia e nel corso dei compiti a casa, riconosce –sentendoli- i suoi specifici modi esperienziali che o non erano stati identitariamente riconfigurati, oppure non erano stati affatto riconfigurati narrativamente. Naturalmente l’approccio terapeutico dovrà tenere conto delle specifiche psicopatologie alle quali vuole dare risposta, pur facendo emergere le stesse attraverso la storia di vita del paziente e al di là dell'utilizzo rigido di categorie pre-costituite.

 

APPROCCIO PSICOTERAPICO

La Psicoterapia Cognitiva Neuropsicologica (PCN) è una naturale evoluzione della psicoterapia cognitiva. In particolare, quest’approccio coniuga i recenti sviluppi delle neuroscienze, della psicologia dello sviluppo e della psicopatologia in un quadro teorico unitario. Mentre la PCN continua a condividere con la tradizione cognitivista i due presupposti di base che ne hanno caratterizzato la nascita e lo sviluppo, e che la differenziano da altri approcci psicoterapeutici, ossia l’interdisciplinarietà e la tendenza alla verificabilità empirica, rispetto alla terapia cognitiva standard e a quella cognitivo-costruttivista, la PCN prevede però significative differenze teoriche, cliniche e metodologiche. 

 

 

Per rendere adeguatamente conto dello sviluppo individuale, delle trasformazioni psicopatologiche e delle procedure terapeutiche, risulta oggi necessario adottare una visione dell’essere umano più complessa (non più l’uomo come complessità auto-organizzata, ma l’uomo come essere basicamente storico, incarnato e situato,  così come la tradizione fenomenologica ha sempre sostenuto). Inoltre, il progressivo avanzamento teorico e speculativo di un insieme di approcci filosofici e umanistici (es.: fenomenologia, ermeneutica, semiologia ecc.), impone un confronto sempre più serrato e costruttivo tra le scienze naturali e quelle interpretative; la necessità di questo confronto nasce anche dal fatto che proprio le neuroscienze tendono a rivolgersi sempre più agli approcci ermeneutico-fenomenologici per dare un senso compiuto a diversi risultati delle loro ricerche.

 

La psicoterapia cognitivo neuropsicologica è un modello di cura della psicopatologia la cui teoria consegue alla mediazione tra i linguaggi specialistici delle discipline che studiano l’uomo in terza persona, e quindi adottano il metodo della scienza naturale (es.: psicologia sperimentale, psicologia dello sviluppo, psicopatologia, neuroscienze ecc.), e quelle che studiano l’essere umano attraverso i suoi propri modi esistenziali, siano essi esperienziali o narrativi (approccio in prima persona). Lo studio dell’essere umano in prima persona, quindi come individuo e non come cosa/processo, consegue anche al fatto che il clinico (psicoterapeuta o psichiatra) si trova ogni volta a curare un paziente la cui patologia risulta comprensibile soltanto a partire dalla sua specifica storia di vita, e dagli specifici accadimenti esistenziali (siano essi frutto di accidenti organici/non storici, siano essi motivi psicologici/storici). Il progressivo sviluppo di un insieme di discipline che studiano la fattiva esperienza del singolo essere umano nei suoi irriducibili modi di essere (es.: fenomenologia dell’esperienza, psicologia della soggettività, ermeneutica della storia del sé ecc.), rende oggi possibile una migliore comprensione sia dello sviluppo normativo, sia della psicopatologia e dei modi terapeutici.